sabato 13 novembre 2021

Democrazia come grande sistema educativo

Molti filosofi e pedagogisti del XX secolo hanno sottolineato lo stretto legame tra il sistema educativo e la democrazia. John Dewey (1859-1952) ha elaborato una proposta educativa con la quale formare uomini e donne in grado di esercitare una professione adeguata e di partecipare alla vita democratica del proprio stato. Il sistema scolastico dovrebbe permettere a tutti di emanciparsi intellettualmente e socialmente e di avere gli strumenti critici ed intellettuali per votare e per decidere di volta in volta sulle scelte del proprio comune o del proprio stato. Anche Sergej Hessen (1887-1950), pedagogo social-riformista di origine russa, ha ideato un sistema scolastico unico fino ai 18 anni al fine di permettere ai cittadini una graduale e completa formazione sia in campo culturale, sia a livello lavorativo e soprattutto nell’approfondimento dei valori della propria comunità nazionale e dell’umanità. In queste visioni, il sistema educativo e i metodi pedagogici sono in un certo senso propedeutici o collegati alla democrazia.

Ci sono, però, alcuni autori che, pur riconoscendo l’importanza del sistema educativo negli stati democratici, considerano già la democrazia come un grande ed organico sistema educativo. Questa tesi è sviluppata in vari modi da quei filosofi che non parlano della democrazia in generale, ma che descrivono le procedure e il funzionamento degli organi di uno stato democratico. Mill è stato autore de Il governo rappresentativo e Tocqueville ci ha lasciato il grandissimo capolavoro de La democrazia in America.

Democrazia significa innanzitutto autodeterminazione di un popolo, autonomia morale degli individui, loro eguaglianza davanti alla legge, autogoverno della comunità.  Partendo proprio da questi quattro elementi, John Stuart Mill (1806-1873) e Alexis de Tocqueville (1805-1859) sostengono che la democrazia offre molte occasioni ai cittadini di impegnarsi negli incarichi pubblici, nell’amministrazione delle città e degli enti dello stato e soprattutto di essere sottoposti alla verifica da parte dei cittadini. Secondo questi autori, i membri di una comunità democratica maturano e affinano le proprie capacità politiche con la quotidiana applicazione del diritto e delle procedure democratiche. Il cittadino impara e comprende il funzionamento e le regole della democrazia proprio perché le applica concretamente.

Nella pedagogia di Dewey si parla di learning by doing, ossia di apprendimento attraverso la pratica concreta di qualcosa. Alcuni autori – in particolare Tocqueville – sostengono che tutto il sistema democratico possa essere considerato un grande insieme di occasioni di apprendimento attraverso l’applicazione dei diritti umani e delle procedure democratiche.

Questa tesi era già stata espressa in forma diversa da Marco Tullio Cicerone. Il grande oratore romano, infatti, non sosteneva apertamente che il modello politico della repubblica romana fosse un grande sistema educativo, ma rifletteva sulla natura del diritto. Pur ammettendo l’esistenza di un diritto naturale universale ed eterno, sosteneva che lo sviluppo e la comprensione del diritto passa attraverso la pratica quotidiana e l’applicazione giurisprudenziale. La comunità dei politici e degli operatori del diritto approfondisce costantemente la propria conoscenza degli istituti giuridici e delle strutture dello stato proprio con l’applicazione costante e collettiva.

Autori come Mill e Tocqueville ritengono che la democrazia e le procedure democratiche richiedano al massimo grado proprio il processo descritto da Cicerone e in precedenza delineato in modo molto semplificato.

In conclusione, la scarsa partecipazione al voto e alla vita democratica di uno stato, l’anti-politica che porta al potere i demagoghi e i dittatori sono il fallimento educativo della democrazia stessa e non semplicemente l’effetto del collasso del suo sistema scolastico e formativo.

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