martedì 25 maggio 2021

Comenio. Una pedagogia per l’utopia della pace universale

La Guerra dei Trent’anni è stato uno dei conflitti più sanguinosi della storia umana. Si è svolta in varie fasi tra il 1618 e il 1648 nel territorio del Sacro Impero di Germania. Si fronteggiarono gli eserciti e le milizie mercenarie di vari stati (Francia, Spagna, Svezia, Austria, Danimarca) che causarono lo spopolamento di interi territori. Queste azioni sanguinose traevano origine da problemi di natura religiosa legati alla lotta tra cattolici e protestanti. Solo nel 1648 fu raggiunta la pace con il Trattato di Westfalia che è considerato uno dei fondamenti del diritto internazionale moderno.

In questo contesto operò Jan Amos Komensky (1592-1670), noto soprattutto con il nome latinizzato Comenio. Era uno dei leader dei Fratelli Moravi, un gruppo protestante che si rifaceva alle dottrine di Jan Huss, un eretico boemo del XV secolo. Tale confessione operava in Boemia, ossia all’incirca nel territorio oggi occupato dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia.  

Comenio compì gli studi a Herborn e ad Heidelberg e dopo il loro completamento fu nominato pastore (1616) poco prima dello scoppio della Guerra dei Trent’anni. Qualche anno dopo, la battaglia della Montagna Bianca determinò la fine della libertà di religione in Boemia (8 novembre 1620). Le truppe spagnole conquistarono i territori in cui operavano i Fratelli Moravi. La chiesa in cui predicava Comenio fu incendiata e distrutta. Il gruppo rischiò di essere totalmente annientato e sterminato. A seguito delle azioni belliche i membri della comunità furono costretti a fuggire nella vicina Polonia. Comenio visse per tutto il resto della sua vita come esule, viaggiando di città in città e di regno in regno alla ricerca di protezione e salvezza. Prima fu in Polonia, poi in Svezia e in Inghilterra. Invano, il Cardinale Richelieu lo invitò in Francia. Per un certo periodo soggiornò anche in Olanda, che era in quell’epoca il regno più tollerante e liberale dove morì nel 1670.

Comenio fu innanzitutto per tutta la sua vita un pastore della Chiesa morava e tutte le sue opere sono profondamente influenzate dalla predicazione e diffusione del cristianesimo nel mondo. Operò nella convinzione di essere un profeta in un mondo assolutamente ostile alla sua predicazione.

La sua concezione del cristianesimo e il suo pensiero sono, però, profondamente influenzati anche dalla filosofia ermetica dei Rosacroce di cui quasi certamente Comenio fu membro. In quasi tutti i suoi libri sono presenti molti elementi riconducibili a questa società iniziatica rielaborati in modo molto originale.

Il suo pensiero è assolutamente estraneo al razionalismo cartesiano e alla scienza che si stava sviluppando ad opera di Galileo, di Keplero, Francesco Bacone e John Locke. La sua visione del cosmo rimase saldamente geocentrica. Solo in qualche scritto espresse un certo favore per il sistema di universo proposto da Tycho Brahe.

Comenio fu soprattutto un intellettuale perseguitato per la propria fede e per tale ragione costretto alla fuga dalla propria terra natale.  L’esperienza della persecuzione e il rischio dell’annientamento di un intero popolo sono profondamente presenti nelle opere di Comenio tanto che nel suo sistema pedagogico inserì lo studio della lingua e della cultura del popolo di cui fa parte lo studente.

Allo stesso tempo, l’esule boemo approfondì gli studi di grammatica e cominciò a vagheggiare l’idea di costruire una lingua universale in modo da facilitare le comunicazioni e favorire la pace universale. Il progetto di una lingua universale è presente in molti autori del XVII secolo come Guillaime de Postel, George Dalgarno, John Wilkins, Athanasius Kircher. In questi autori, la costruzione – o più correttamente restaurazione – di una lingua universale era il frutto di suggestioni derivate dalla Bibbia, dalla Cabbala e dall’esoterismo. Tuttavia in Comenio, la questione del linguaggio assume dei profili estremamente originali.

Il pedagogista boemo riteneva necessario insegnare la lingua e la cultura di origine del luogo da cui proveniva lo studente. A questo andava aggiunto lo studio di altre lingue ed in particolare anche delle lingue antiche come il latino, il greco e l’ebraico. A completamento di questo iter, stava la realizzazione e l’uso di una lingua universale. Questo particolare ambito era chiamato da Comenio con il termine Panglossia e confluisce nella Pampedia, la pedagogia universale.

Comenio è il primo pedagogista a parlare esplicitamente di una scuola aperta a tutti in cui si insegna tutto. Pone l’accento sulla necessità di istruire e di illuminare anche i più poveri. Questa pedagogia ha una vocazione universale e missionaria. Lo scopo è quello di formare uomini virtuosi e giusti dotati di una cultura globale e universale, una pansophia.

La panglossia (lingua universale e studio delle lingue), la  pampedia (pedagogia universale) e la pansofia sono strettamente connesse con un’aspirazione alla pace universale e alla riforma politica e religiosa. Nell’opera intitolata Via lucis, Comenio disegna una visione utopica dove un Concilio del mondo deve ispirare uno stato perfetto, in cui si parlerà una lingua filosofica, la Panglossa. In quest’opera scritta tra il 1641 e il 1642 a Londra ma pubblicata ad Amsterdam nel 1688 propone la creazione dei corpi di luce, ossia organizzazioni culturali a vocazione internazionale e universale. Inoltre parla di un grande Concilio internazionale e la creazione di una sorta di Tribunale internazionale.

Queste idee sono ulteriormente approfondite nel De rerum humanarum emendatione consultatio catholica che è un appello universale per una riforma universale.  È un accorato appello a tutti i saggi per procedere in modo coordinato verso la costruzione di un sistema scolastico e culturale integrato a livello internazionale.

Comenio individua nella società tre categorie di uomini: i dotti, i governanti e i preti. Ad ogni categoria compete il compito di custodire la società in una particolare sfera di azione. Scuola, stato e chiesa sono, pertanto le tre istituzioni fondamentale della società. Il progetto di riforma di Comenio prevede la creazione di un Collegium lucis per una riforma culturale e didattica universale, di un Dicasterium pacis per le questioni politiche con il compito di garantire la pace e favorire il disarmo (Panorthosia, XXV) e di un Concilium oecumenicum  per ottenere l’unità dei cristiani. In particolare, Comenio avversa l’intolleranza religiosa e l’imposizione della religione con la forza (il famoso compelle intrare di Sant’Agostino).

L’opera si conclude con la Pannuthesia, un appello universale per la realizzazione di questo disegno.

Quest’opera è rimasta incompiuta e ne fu pubblicata solo una piccola parte: la Panergesia. Alla morte del loro autore, i manoscritti furono affidati ad un gruppo di pietisti. Si conoscevano sia il contenuto che la struttura dell’opera sin dai primi anni del XVIII secolo, pur tuttavia solo nel 1934 in modo quasi casuale furono ritrovati i manoscritti della Consultatio. La pubblicazione di questi testi ha contribuito enormemente alla rinascita del pensiero comeniano nel XX secolo. Dopo la seconda Guerra Mondiale, l’UNESCO ha indicato in Comenio, uno dei suoi padri ispiratori e ha contribuito molto alla ristampa e alla diffusione del suo pensiero a livello mondiale.

Il pensiero e la pedagogia di Comenio hanno avuto alterne fortune nel corso dei secoli successivi. Il filosofo e scienziato Leibniz (1646-1716) accettò e sostenne lo spirito irenico di Comenio e l’aspirazione alla creazione di un sapere universale. Gli Illuministi del XVIII secolo, al contrario, lo avversarono profondamente rimproverandogli la sua mancata adesione alla scienza moderna e al razionalismo cartesiano. Per molti di loro, Comenio era ancora un uomo del Medioevo, sostenitore di superstizioni, misticismi e credi apocalittici.

La pedagogia comeniana, invece, ha avuto maggiore fortuna ed è stata tenuta in considerazione da J. Wesley, Herder, Pestalozzi, Krause, Herbart e Froebel. L’interesse verso le sue proposte pedagogiche è continuato durante il XIX secolo in Boemia e in Gran Bretagna ed è notevolmente aumentato a partire dagli anni Trenta con la scoperta dei manoscritti della Consultatio e successivamente per opera di Jean Piaget all’UNESCO.

Comenio è un filosofo, teologo e pedagogo che ispira un grande rispetto perché fu un uomo di pace perseguitato per le sue idee religiose. Le sue parole e le sue idee hanno un calore e una forza che appassionano e coinvolgono lo studioso. Forse questa è la ragione per cui ancora in tutto il mondo si parla di lui, nonostante le sue visioni politiche e religiose siano state rifiutate e mai realizzate in vita. Questa passione e questo suo calore lo rendono unico in tutta la storia della pedagogia mondiale.

Bibliografia

G. A. Comenio, Pagine scelte pubblicate a cura dell’UNESCO , Giunti Bemporad Marzocco.

J.E. Sandler, Comenio e il concetto di educazione universale, La Nuova Italia, Milano, 1969.

Jean Piaget, Jean Amos Comenius, sta in UNESCO, Bureau international d'éducation, vol. XXIII, n° 1/2, 1993, p. 175-99, http://www.ibe.unesco.org/sites/default/files/comeniusf.PDF .

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